Pioglitazone nel diabete di tipo 2: rapporto rischio-beneficio non ben definito
Il diabete rappresenta un fattore di rischio indipendente di malattia cardiovascolare.
Quasi il 70% di tutta la mortalità nelle persone con diabete è dovuta a malattia cardiovascolare.
I risultati dei 2 più grandi studi clinici effettuati su pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2, lo studio UKPDS e lo studio UGDP, non hanno mostrato alcuna riduzione degli end point cardiovascolari dopo miglioramento del controllo metabolico.
E’ stato ipotizzato che i più nuovi attivatori di PPAR-gamma ( peroxisome proliferator activated receptor ), come il Pioglitazone ( Actos ), potrebbero esercitare effetti benefici sulla funzione endoteliale e sui fattori di rischio cardiovascolare con conseguente minore incidenza di eventi di malattia microvascolare nei pazienti con diabete di tipo 2.
E’ stata compiuta una revisione della letteratura con l’obiettivo di valutare gli effetti del Pioglitazone.
Sono stati individuati 22 studi clinici che hanno coinvolto circa 6.200 pazienti trattati con Pioglitazone.
La durata più lunga della terapia è stata di 34.5 mesi.
Dall’analisi è emerso che gli studi clinici pubblicati, in cui il Pioglitazone è stato somministrato per 24 settimane, non hanno fornito convincente evidenza che nei pazienti diabetici gli outcome come mortalità , morbidità, qualità della vita correlata alla salute siano positivamente influenzati dal Pioglitazone.
Non sono state osservate differenze clinicamente rilevanti nel controllo metabolico misurato mediante l’emoglobina glicosilata ( HbA1c ) con Pioglitazone e con gli altri farmaci antidiabetici orali.
L’incidenza di edema è risultata significativamente aumentata tra i pazienti trattati con Pioglitazone.
Secondo gli Autori, il rapporto rischio-beneficio del Pioglitazone rimane non ben definito. ( Xagena2006 )
Richter B et al, Cochrane Database Syst Rev 2006; (4): CD006060
Endo2006 Cardio2006 Farma2006